Abbiamo chiesto a Léa Legrand di Kolektiv Lapso Cirk di raccontarci quali sono gli spettacoli di venerdì 20 settembre 2019 ad Attraversamenti Multipli, leggendo la lingua bulgara.

La lingua bulgara è la prima lingua slava documentata. Il bulgaro (b’lgarski) appartiene al gruppo delle lingue slave meridionali di cui fanno parte anche il macedone, il serbo, il croato e lo sloveno. Attualmente è parlato in Bulgaria da circa 9 milioni di persone e in moltissimi altri Paesi del mondo, tra cui l’Italia dove vivono oltre 50mila cittadini bulgari. La forma scritta, dunque letteraria, del bulgaro ha origine attorno alla fine dell’800 quando, i Santi Cirillo e Metodio decidono di trascrivere i testi sacri dal greco a questa lingua slava. Tra tutte le lingue slave quindi il bulgaro è la più antica quanto a tradizione letteraria scritta. L’alfabeto cirillico ha trenta lettere e la loro grafia è molto più simile a quelle greche e più semplice rispetto all’originale glacolitico da cui comunque deriva.
In Bulgaria per scrivere il nome di una persona si scrive prima il nome proprio, poi il nome del padre e alla fine quello del nonno paterno. Alcune famiglie decidono di conservare, al posto del nome, il cognome del nonno. Perciò si trovano sempre tre nomi: nome proprio (Boris), nome del padre (Kirilov), nome o cognome del nonno (Borisov). I nomi del padre, il nome o cognome del nonno per i maschi terminano in -ov oppure -ev, per le femmine, invece, in -ova oppure -eva. E così nella stessa famiglia, un fratello e una sorella hanno lo stesso cognome, ma sembrano averne due diversi. Dopo il matrimonio lo sposa aggiunge al suo cognome quello del marito (per esempio Nicolina Kirilova Borisova Dimitrova)
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